I have been working as photographer for many years around the world. I was born in Rome, but I live in Brazil, Rio de Janeiro, where I work as freelance for European and Brazilian media, both as journalist and photographer. In these last years I have started working also as video maker for some European TV channels.

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Jun 11, 2014Brasile, il Mondiale non è il benvenuto

Brasile, il Mondiale
non è il benvenuto
DOMANI IL VIA AL TORNEO, MA LA MAGGIORANZA DEL PAESE NE AVREBBE FATTO A MENO
d i G i u s e p pIe B i z z a r r i Rio de Janeiro
l Brasile non spenderà un centesimo di denaro pubbli- co per la costruzione e la ri- forma degli stadi destinati alla Coppa del mondo”. L’af- fermazione era stata fatta nel 2007 dall’ex ministro dello Sport Orlando Brito, il quale esultò, assieme all’ex presi- dente Inácio Lula e altri 12ministri del suo governo, quando Joseph Blatter, il presidente della Fifa, comu- nicò al mondo che il paese sudamericano aveva ottenu- to il Mondiale di calcio.
Le cose non sono andate esattamente come forse avrebbe voluto Brito, poiché l’85 per cento dei 30 miliardi di reais spesi per organizzare il travagliato Mundial sono usciti dalle casse dello Stato brasiliano. Pochi avrebbero potuto pensare che, nell’au- ge dell’era Lula, quando i po- tenti della Terra osannavano il miracolo economico bra- siliano, il calcio, la passione nazionale del Paese, sarebbe poi diventato la miccia di un’onda di rivendicazioni sociali e salariali da parte di milioni di cittadini, i quali avrebbero voluto che i fondi destinati alla Coppa fossero invece diretti verso la disa- strosa educazione pubblica, la decadente sanità, lo scon- quassato trasporto e la giu- stizia sociale. São Paulo, la città che Nunca para, non si ferma mai, è rimasta para- lizzata per 6 giorni a causa dello sciopero dei trasporta- tori della metro, ma anche delle manifestazioni a favore dei lavoratori in sciopero. Tredici scioperanti sono sta- ti arrestati, 61 licenziati e gli uomini della Pm, la polizia militare, controllano in stato operativo le stazioni della subway. I leader dello scio- pero hanno sospeso per due giorni l’agitazione. I paulisti sono oggi più preoccupati per il futuro della metropoli e della nazione, che per
l’apertura della Coppa che avverrà giovedì nel nuovo stadio Itaquerão, dove av- verrà la cerimonia di aper- tura del Mondiale, ma è an- che morto l’operaio Fabio Hamilton da Cruz a causa dei disumani turni di lavoro. Per Hamilton e altri 7 lavo- ratori deceduti non ci sarà nessuna Coppa, e tantome- no per circa 170 mila cario- ca, i quali sono stati rimossi dalle loro case per fare posto a stadi, impianti sportivi, vie espresse, parcheggi e shop- ping center.
LO SCIOPERO della metro e il caos del transito cittadino che ha intrappolato nei gior- ni scorsi anche alti esecutivi della Fifa nel loro arrivo a São Paulo, sembra non preoccupare il segretario ge- nerale della federazione cal- cistica, Jérôme Valcke, ma secondo quanto rivelano fonti della Fifa al giornale Estado de São Paulo, lo scio- pero, se dovesse riprendere, potrebbe diventare un incu- bo per la Fifa e la torcida. Lo sperpero del denaro pubbli-
IMPOPOLARE
Nonostante gli annunci, l’85% delle spesa sarà
a carico dello Stato
E anche la Fifa ammette che più del 50% dei brasiliani è ostile all’evento
co usato per organizzare il business privato della Coppa ha innescato in tutto il paese, un’incessante onda di prote- ste che diventano sempre più imprevedibili soprattutto con l’accentuarsi dell’aggres- siva campagna elettorale per le elezioni del 5 ottobre, quando i brasiliani saranno chiamati alle urne per eleg- gere il nuovo presidente e il futuro assetto politico (go- vernatori, deputati e senato- ri) che guiderà nei prossimi quattro anni il gigante suda- mericano.
“Não vai ter Copa”. Lo slo- gan è divenuto una hit molto popolare nell’eterogeneo mondo della protesta brasi- liana, dove la stessa Fifa am-
SCIOPERO Metro chiusa a San Paolo per sciopero. Sotto, truppe im- pegnate nella “bonifica” delle Favelas.
Sopra, lo stadio Itaquerao
LaPresse
mette che, secondo le stati- stiche di Datafolha, il 50,7 per cento della popolazione è contraria alla scelta del paese come sede della competizio- ne mondiale. Il test di alle- namento contro il Flumi- nense, vinto dalla Nazionale italiana 5-3, si è giocato a Volta Redonda nello Stato di Rio de Janeiro. La cittadina è un crocevia molto conosciu- to anche alla Polizia federale brasiliana, dove sequestra carichi di cocaina e armi pro-
venienti da São Paulo e di- retti alle gang narcotraffi- canti della Capitale carioca. A Rio de Janeiro è in atto un impressionante spiegamen- to di forze militari e civili. Durante la Coppa avverrà il maggior schieramento di militari e polizia mai avuto nella storia dei Mondiali. L’esercito brasiliano occupa i punti strategici della città e la favela della Maré, dove lu- nedì i militari sono entrati in confronto con residenti e
PROTESTE
Tra 24 ore il match d’inaugurazione
a São Paulo. La città
è paralizzata dagli scioperi E a Rio scendono in piazza anche le prostitute
trafficanti della comunità. Le scaramucce armate tra nar- cos e militari, nonostante l’installazione dell’Upp, le Unità di pacificazione mili- tare, non sono mai cessati anche nella Rocinha e nell’immenso agglomerato di favelas che compongono il Complexo do Alemão. Saran- no l’esercito brasiliano, la polizia militare, la polizia fe- derale, civile e municipale a tenere lontani fino a cinque chilometri di distanza dagli stadi, i manifestanti. All’in- terno di questo perimetro di sicurezza saranno invece i contractor della Fifa a man- tenere l’ordine. Preoccupano anche gli assal- ti di strada, le rapine sono
aumentate del 40%. I pochi addobbi gialloverdi sono ap- parsi all’improvviso nelle strade di Rio de Janeiro, la città in cui la gente sembra più preoccupata a far qua- drare i conti familiari a causa dell’inflazione galoppante e l’inadempienza bancaria che non era stata così alta sin dal 2010.
L’ATMOSFERA è tesa anche per le garotas de programa, le prostitute che lavorano in maniera indipendente e non nei bordelli camuffati da saune e discoteche. A Nite- roi, la città turistica sulla sponda della baia de Guana- bara opposta a quella di Rio de Janeiro, le prostitute sono scese ripetutamente in strada per protestare contro la po- lizia militare e la prefettura che hanno fatto sloggiare con forza e illegalmente circa duecento prostitute, le quali – nonostante affittassero re- golarmente i propri apparta- menti – sono oggi impedite di lavorare nel celebre bor- dello verticale autogestito dell’avenida Amaral Peixoto, meglio conosciuto come pa- lazzo della Caixa.

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