I have been working as photographer for many years around the world. I was born in Rome, but I live in Brazil, Rio de Janeiro, where I work as freelance for European and Brazilian media, both as journalist and photographer. In these last years I have started working also as video maker for some European TV channels.

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Aug 07, 2016RIO 2016, L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

https://uhmagazine.com/2016/08/04/rio-2016-laltra-faccia-della-medaglia/

Documentary

Mi sono chiesto tante volte, come potrebbe vivere l’uomo senza le foreste, quando le avrà appianate al suolo e le sostituirà con qualcos’altro, nato dal suo avido antropocentrismo.
Se lo sarà chiesto forse anche André Leroi-Gourhan, il grande etnologo e archeologo francese, il quale ha inseguito per tutta la vita il percorso evolutivo dell’uomo che continuamente trasforma e umanizza l’ambiente e la materia circostante. Leroi-Gourhan si domandava quale sarebbe stato il destino dell’homo sapiens che, da quando si eresse in piedi e iniziò l’inarrestabile “trasposizione” del suo organismo biologico nello spazio circostante, perde sempre più il contatto con la natura nella sua corsa al di fuori di se stesso. A Rio de Janeiro vive ancora la Tijuca, la più grande foresta urbana del mondo; la lussureggiante selva che magnetizza un’esplosiva metropoli. Tijuca e l’oceano Atlantico compongono una spettacolare cornice a uno sterminato mosaico urbano foderato di grattacieli e favelas. La grande foresta pluviale atlantica è sopravvissuta sulle montagne, sfuggita alla bramosia umana, grazie al suo remoto accesso, ma anche perché vivono dentro di essa antiche comunità che la amano e la rispettano.
Modificazione socio-culturale causata dall’acquisto di immobili da parte di persone facoltose in comunità più povere. Dall’inglese gentrification, parola coniata nel 1964 dalla sociologa Ruth Glass, derivante dal vocabolo gentry, classe sociale di alto rango.
Sono discendenti di schiavi, indios e figli di una tragica storia brasiliana che si ripete ancora oggi. Mamebirane Diouf, l’agricoltore senegalese che apre il video “Quilombos”, lavora in una fazenda di prodotti bio a Nova Friburgo. Diouf vive libero nella stessa regione da dove fuggirono, durante gli anni della schiavitù e della diaspora africana, i nonni di Luiz Sacopã. La coppia di schiavi fuggitivi fondò l’omonimo quilombo nell’impenetrabile foresta, divenuta oggi uno dei quartieri più esclusivi di Rio de Janeiro. L’anima africana continua a vivere nel paese. L’Africa ha dato un incalcolabile contributo allo sviluppo del Brasile, cresciuto sul dolore di milioni di africani deportati nel paese in schiavitù dalla colonizzazione europea e brasiliana. Una sofferenza che non si placa ancora oggi nei contemporanei quilombos, le favelas, ma si estende anche nella foresta di Tijuca, dove trovano rifugio gli abitanti di Horto, Vale Encantado e Alto da Boa Vista, i quali sono continuamente minacciati di rimozione dalle loro case a causa della speculazione edilizia che vuole impadronirsi della desiderata foresta.

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